– La Psicosomatica

Intervista rilasciata per la rubrica “Psicologia in pillole”, pubblicata all’interno del periodico “Cronache Sanitarie”, n.2, dic 2010 – gen 2011. L’intervista è a cura del Direttore Melissa Sinibaldi.

Dottoressa Motta, ci può parlare della psicosomatica?

La psicosomatica riguarda l’interesse della psicologia per i disturbi fisici associati a specifiche patologie con la ricomparsa di ipotesi psicologiche sulla loro origine e sul loro mantenimento. La psicosomatica sottolinea l’importanza dei processi psicologici nell’eziologia delle malattie e mira a ricomporre un’unità tra la mente e il corpo. La scissione tra la mente e il corpo, infatti, è solamente una costruzione culturale, frutto della nostra storia.

La moderna psicosomatica ha avuto inizio nel nord America negli anni Venti e, da allora, sono stati fatti numerosi passi in avanti e le teorie si sono sempre più evolute.  All’inizio, infatti, seguendo l’impostazione freudiana, erano state definite “psicosomatiche” soltanto alcune malattie le cui origini non erano note sul piano biologico. L’interesse si era concentrato intorno a sette malattie considerate “psicosomatiche classiche”: ulcera peptica, asma bronchiale, ipertensione, tireotossicosi, colite ulcerosa, artrite reumatoide, neurodermatite. Questo modello, oltre ad essere ristretto a poche patologie era lineare e monocausale, ossia si riteneva che queste malattie fossero dovute esclusivamente a cause psicologiche. Ne derivava, quindi, la pretesa di attribuire una specifica problematica psicologica per ciascuna malattia che, di conseguenza, sembrava curabile attraverso la sola psicanalisi. Seguendo questa ottica così semplicistica i fallimenti sono stati inevitabili. E’ importante sottolineare, infatti, che la psicosomatica pone l’accento sull’importanza dei processi psicologici nell’eziologia delle malattie, ma questo non significa che le malattie organiche siano dovute ai soli fattori psicologici. Significa invece sottolineare come gli aspetti psichici e fisici si influenzino a vicenda in quanto, come già ho evidenziato, nella realtà non esiste una scissione psiche-soma, ma una complessa interazione tra essi.

Quali sono le cause legate alla psicosomatica?

Questo modello, definito bio-psico-sociale, ci permette di capire come le patologie siano sempre multicausali e come le diverse cause interagiscano tra loro in modo circolare rinforzandosi reciprocamente. Ciascuna causa singola può non essere sufficiente a determinare una patologia. Secondo questo modello i fattori psicosociali (personalità, stile di vita, modelli comportamentali, relazioni interpersonali, esperienze infantili, capacità di riconoscere ed esprimere in modo adeguato le proprie emozioni, eventi stressanti, ecc.) interagiscono con i fattori biologici e genetici rendendoci più o meno vulnerabili alle varie patologie. E’ chiaro che, a questo punto, la psicosomatica non si limita più a porre la sua attenzione sulle sette malattie psicosomatiche classiche, ma, qualunque patologia può essere considerata psicosomatica in quanto frutto della complessa interazione tra fattori biologici, psicologici e sociali.

Ci può fare un esempio concreto?

Per fare un esempio di come gli aspetti psicologici, sociali e fisici si influenzino reciprocamente possiamo fare riferimento agli eventi stressanti. Alla maggior parte di noi sarà capitato di notare come sia più facile ammalarsi quando stiamo vivendo un periodo che sentiamo fortemente stressante o difficile da fronteggiare. I fattori psicosociali, infatti, possono influire sulla resistenza individuale agli agenti infettivi. Tra questi fattori vi sono in particolare quelli collegati agli stati emotivi del momento. Le malattie infettive acute più frequenti, in questo caso, sono quelle delle vie aeree superiori (raffreddore, bronchite, influenza) e le recidive delle infezioni dovute ai diversi tipi di virus che causano i vari herpes. Premettendo che in assenza di un agente infettivo anche lo stress emotivo più acuto non può causare un’infezione, i fattori psicosociali possono influire sulla suscettibilità a malattie infettive. In altri termini, in presenza di un agente infettivo è più facile contrarre la malattia quando gli eventi di vita non giocano a nostro favore, mentre potremmo non contrarre alcuna malattia, nonostante il contatto con l’agente patogeno, quando viviamo un periodo particolarmente sereno da un punto di vista psicologico e sociale.

Come è possibile questo?

Questo è possibile perché il nostro stato emotivo, ovviamente collegato a ciò che ci accade nella vita, influenza il nostro sistema immunitario, ossia quel sistema che ci difende dalle malattie.  Come è possibile questo? E’ possibile o per mezzo di una innervazione diretta da parte del sistema nervoso centrale, o tramite la mediazione di meccanismi neuroendocrini: molti degli ormoni secreti in situazioni emotive “stressanti” sono, infatti, coinvolti nella modulazione della funzionalità immunitaria. L’evento stressante può influire sulla funzionalità immunitaria anche in maniera indiretta, mediante i comportamenti che mettiamo in atto come reazione alla situazione che stiamo vivendo. Le persone che vivono un periodo di stress possono, infatti, lasciarsi andare a comportamenti dannosi per la salute che influiscono sulla risposta immunitaria (es. fumare di più, consumare alcolici, mangiare male, dormire meno).

Anche gli aspetti più strettamente legati alla personalità possono interagire con altri fattori predisponendoci a determinate malattie. Un esempio è quello che Friedman e Rosenman (1959) hanno definito tipo A che appartiene alle persone competitive, impazienti, facilmente irritabili, che hanno un senso dell’incalzare del tempo e che lottano continuamente ed incessantemente per raggiungere sempre più obiettivi in sempre meno tempo. Questo stile di comportamento predispone a problematiche dell’area cardiovascolare, come ad esempio l’infarto del miocardio, l’angina e l’ipertensione. E’ bene ribadire che si tratta di una predisposizione e che non c’è un nesso semplice e lineare tra tipo A e problematiche cardiache. Anche in questo caso, infatti, le variabili in gioco sono molteplici e tutte in interazione tra loro.

Può darci qualche ulteriore informazione in merito?

Si potrebbero fare numerosi altri esempi, il concetto base che è importante ritrovare è che la mente e il corpo non sono entità separate, ma ben integrate e che le leggi che regolano i loro rapporti non sono mai lineari, ma sono dati dall’interazione di vari fattori che si influenzano in modo circolare e complesso.